"Il
sentimento di non essere nulla se non in funzione di tutto
ciò, la inconsistenza di ogni azione umana se non eseguita
in funzione di tutto ciò. E le conseguenze: le conseguenze
che derivano da essere noi (fino a quando sarà possibile sentirsi
tali?) strumenti nelle mani di Dio: cioè di dover rendere
testimonianza che siamo e operiamo in quanto tali. Ha significato
allora anche l'accettazione del proprio stato di marito, di
padre, di ingegnere) per fare parte di un ordine di cose nel
quale si riconosce la volontà di Dio. Io credo che chi riuscisse
a veder meglio, in modo più limpido, il contenuto di queste
verità riuscirebbe oltre a vivere più onestamente anche a
vivere più serenamente ogni circostanza. Perché qualunque
cosa accada noi la potremmo accogliere con gioia, rendoci
conto di adempire a una funzione che ci è stato assegnata.
E non diventa fatalismo perché noi siamo attori coscienti
e non elementi passivi però il nostro agire lo uniformiamo
a una superiore volontà che accettiamo e facciamo nostra".
|